La cometa cadde sulle mura della capitale. Ci fu un bagliore accecante, la roccia esplose, si fuse, lasciando pozze di fuoco un po’ ovunque. Velixia apparve scostando le sue vesti. I disegni stellari sul velluto azzurro pulsavano di luce propria. Le guardie, al servizio di Jiman, si mossero verso di lei. Dieci, venti, trenta uomini bardati di tutto punto. Lei rimase ferma, impassibile, gli occhi perduti in un vuoto cosmico. Dietro di lei la pietra continuava a sfrigolare.
«Fermatevi uomini, altrimenti sarò io costretta a fermarvi» minacciò l’astromante.
Il capitano della guarnigione ebbe solamente un attimo di esitazione. Poi ordinò: «Uccidetela!»