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lunedì 4 gennaio 2010
AMBARABACCICCICOCCO'

lunedì 16 novembre 2009
RACCONTAMI UNA STORIA

L’uomo guardò il figlio e sorrise. Poi incominciò: “C’era una volta…”
“Che cosa?” domandò una vocina nella testa.
“No, non è vero…” sussurrò l’uomo. Poi tornò a guardare il figlio.
“C’era una volta…”
“Chi? Rispondimi. Risponditi! Chi c’era?”
“Lasciami in pace!” urlò l’uomo alla vocina.
Scosse la testa, riprese fiato e continuò: “C’era una volta…”
“…tuo figlio!”
L’uomo si disconnesse e sprofondò nel pianto, ma il programma che faceva rivivere i ricordi continuò a girare nel deck. Poteva ancora sentire la voce del piccolo Matteo dalle casse dell’apparecchio.
“Papà, raccontami una storia...”
Ma Matteo non c’era più.
martedì 10 febbraio 2009
L'ATTESA

Si gira e mi viene incontro lentamente, fa per parlarmi quando mi allunga la mano, piccola e bianca. Al centro, sul palmo, una goccia trasparente riposa: me la lancia contro e mi grida: "sogna".
Faccio un sobbalzo, mi sento sudato, una voce mi chiama e in sala d'attesa non c'è più nessuno.
domenica 4 gennaio 2009
LA BAMBINA DEI RAGNI

È un ballo per pochi, la festa degli insetti e degli aracnidi. Qualcuno potrebbe spaventarsi, pensare male, o che so io, spruzzare del DDT.
“Maledetti insetti”, pensa la gente, tra gli scaffali del supermercato. “Un prodotto concentrato, ecco quel che ci vuole!”
Il ragno penzola sul filo e fa una giravolta. A pranzo lo aspetta un moscerino. Ascolta la musichina, poi risale su. Ha le sue faccende da sbrigare.
Gli uomini intanto continuano a comprare: DDT, bagnoschiuma, latte a lunga conservazione.
La Bambina dei Ragni riprende a suonare.
lunedì 1 dicembre 2008
TERESINA

«Passami l’accendino!»
Sfrigolio di cottura.
«Sua madre era proprio brava. Avevamo smesso. Lei era diventata la nostra ragione per vivere. Un’altra opportunità…»
«Questa è proprio roba forte…»
Clangore di un cucchiaio gettato in un angolo.
«A volte la vedo, sai? Quando me ne faccio un po’ di più. Mi viene incontro con quel vestitino a righe. Poi però sfuma. Se ne torna via, ma non sembra poi così sbagliato…»
«Pronto! Vai te per primo?»
Lamento appiccicoso di un laccio in tensione.
«Eccomi piccina. Sto arrivando…»
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