martedì 15 settembre 2009

STORIA DI UN SASSO

«C’era una volta un sasso...»
«Ma no, non una storia sui sassi, ti prego. Inventati quello che ti pare ma non una storia sui sassi.»
«E perché mai? Questo era un sasso importante, sai…»
«Ma come può essere importante un sasso, dai! Ma fammi il piacere! Vuoi solo dimostrare di poter scrivere una storia su tutto, ma questa qui fa acqua da tutte le parti, e ancora devi iniziare a raccontarla.»
«Ma guarda che questo sasso…»
«No, per favore, smettila!»
«Ti giuro che…»
«Adesso basta, dai!»
«Ma ascoltami…»
»Noooo…»
«Stai attento a…»
«A cosa?»
PATAPUM!
»…a quel sasso che ti dicevo!»

DAL FREDDY

Dal Freddy si mangia la trippa come da nessun’altra parte. Naturalmente ci vuole un fiasco di vino per mandarla giù.
Quel giorno ci portai la Letizia, diciamo pure “una vecchia compagna di scuola”, e la scuola che intendo si chiama vita, tanto per esser precisi.
Si sedette e, senza guardare nemmeno il menú, ordinò un filettino con patatine.
«Perché non assaggi la trippa? Come la fa il Freddy non la fa nessuno» le consigliai.
«Bleah!» rispose lei con la bocca piena di rossetto.
Quel giorno capii che donne si dividono in due categorie: quelle buone solo per una cosa e quell’altre.

lunedì 14 settembre 2009

L'ANNUNCIO

Quando la mente dell’uomo è in balia della quotidianità e delle sue false promesse, la chiamata della nera signora diventa la più potente delle calamite.
Giulia sognò ancora il parco alle prime luci dell’alba, il giornale del vecchio sulla panchina datato 14/9/2009, il gatto rosso che le passava davanti sulla pista da jogging, la mano che le afferrava i capelli, la lama del coltello che le abbagliava gli occhi. Ciononostante anche quel lunedì 14, come al solito, decise di uscire per andare a correre al parco.
Fu così che la morte sorprese Giulia, pur avendole annunciato più volte la sua venuta.

LA PRIMA FOGLIA AL VENTO

Ecco il vento, quello un po’ più fresco, che viene dal nord e profuma di sempreverdi. Il salmastro è già un ricordo nei primi giorni di settembre.
Le siepi del giardino dei nonni sono sempre le prime ad ingiallirsi, ma le loro foglie rimangono attaccate tutto l’inverno, dorate e secche come la ceralacca. Rimango ad osservare il giardino dalla veranda, con indosso l’ultima maglietta estiva. Presto dovrò tirare fuori il mio maglione.
E tu invece, piccola foglia del ciliegio più alto, che fai? Stai già pensando di volare via?
Ecco che ritorna il vento, una folata più forte.
Bene arrivato, Autunno…

lunedì 7 settembre 2009

L'ASCIA COLEMAN

Gli spaccai il cranio con un’ascia Coleman, in acciaio inox e carbonio. L’impatto fu preciso, quasi inatteso. Lui cercò di evitare il colpo ed invece andò incontro alla lama. Seguì un rumore freddo ma rotondo, una sorta di “TOC” con rimasugli liquidi, tipo “Flascch”. Sentii uno schizzo tiepido sulla guancia, ma non chiusi gli occhi. Il modo in cui l’arma si faceva strada tra la molliccia materia cerebrale era a dir poco affascinante. Tra il “Toc” e il “Flascch” avvertii un simpatico rantolo, l’urlo morente della mia vittima.
“Così impari a scoparti le donne degli altri”, dissi. Poi mi venne fame.

venerdì 4 settembre 2009

ESILIO

«Cosa facciamo adesso?» domandò Rudor al maestro Tielsin.
«È giunto il tempo di risanare la terra. Dobbiamo andarcene» rispose l’astromante.
«Tielsin ha ragione. Gli uomini non hanno più bisogno di noi…» aggiunse Alia.
Il giovane Kido, nonostante il tradimento, piangeva accanto al cadavere del padre.
«Questa torre ospiterà i nostri corpi, mentre gli spiriti alloggeranno presso la nebulosa dell’Aquila. Rudor, radunerà gli altri astromanti e Kido rimarrà a vegliare le nostre spoglie mortali.»
«Io?» domandò il ragazzo tra i singhiozzi.
«Sei il più giovane e hai dimostrato di avere molto più giudizio di tuo padre. Si, tu rimarrai qui ad osservare.»