giovedì 30 dicembre 2010

CAPODANNO AL BAR

Ancora quattro ore e anche un altro anno se ne andrà: un anno strano e particolare. Un anno fatto di gioie e dolori, di disperazioni e soddisfazioni. Un anno che non avremmo voluto vivere, un anno che avremmo voluto trascorrere il più velocemetne possibile. Un anno di certezze ma anche di tante, troppe incertezze.
Ancora quattro ore e poi sarà di nuovo l'inizio di un anno nuovo. Magari diverso o magari no!
Seduto al tavolo di un anonimo bar, brinderò tra me e me, al suono di un blues d'altri tempi, all'anno che verrà e chi vivrà vedrà!

martedì 28 dicembre 2010

AMANDA

Quando ripenso ad Amanda mi lascio ingannare dalla convinzione che non abbia minimamente sofferto. Certamente non si aspettava di finire così…
Ci siamo frequentati per nove mesi come una coppia normale, con le uscite del sabato e della domenica, il cinema del mercoledì a metà prezzo, le vacanze al mare e i finesettimana in campagna dai suoi. Avevamo anche deciso di bruciare qualche tappa… beh, a lei non sarebbe dispiaciuto che la portassi all’altare.
Una sera di ottobre mi prese una strana voglia. Mentre stavo sopra le chiesi di girarsi. Lei obbedì, ma non si aspettava le mie mani sul collo.

lunedì 27 dicembre 2010

IL TERAPISTA

Mirella veniva da me ogni venerdì pomeriggio, dopo il corso di danza. La facevo accomodare sul divano, mentre io rimanevo dietro la scrivania ad osservare dalla finestra i platani del viale. Mi parlava del lavoro che odiava, delle amiche gelose e del suo uomo che la tradiva. Alla fine della seduta scoppiava sempre a piangere, ed io accorrevo all'istante coi fazzolettini. La consolavo parlandole dei suoi progressi, poi fissava un nuovo appuntamento con la mia segretaria.
Sullo stesso divano, una sera di giugno, Mirella ed io facemmo l'amore. Non fu un gesto professionale, il mio, ma la feci sentire subito meglio.

domenica 26 dicembre 2010

PAPÀ NOEL

Sdraiato sul letto ascoltava le grida giocose dei ragazzini che continuavano a rincorrersi nella neve, mai era riuscito ad amarli come in quel momento.
Iniziò a ripensare alla propria infanzia, l'albero addobbato, il presepe, l'attesa dei regali poveri ma sempre graditi.
Una sensazione di intensa felicità lo pervase improvvisamente, provò ad alzarsi per guardare fuori dalla finestra, magari per vedere qualche faccia di bambino, splendente nel riflesso candido della neve fresca.
L'atmosfera serena lo avvolse magicamente in quella festosa serata; le grida aumentarono di intensità: pallate di neve, nasi rossi, primi amori.
Proprio mentre intorno a lui la gioia raggiungeva il suo apice, dolcemente, spirò.

lunedì 20 dicembre 2010

...E NON CI INDURRE IN TENTAZIONE

Seduta a tavola con sua madre, Eva non aveva toccato cibo ma silenziosa guardava il piatto, stringendo a sè un peluche. D'un tratto anticipando la mamma che stava per rivolgerle la parola le chiese:"Mamma, io ho peccato?".
"Che cosa scusa?", chiese la mamma.
"Mi hanno detto che ogni giorno commetto un peccato e che, per questo, devo fare penitenza. Ma è vero mamma?"
"Bè, in un certo senso sì, è vero. Tutti cediamo e ci abbandoniamo, per debolezza, al peccato cercando una felicità che alla fine è solo un illusione. Così ci pentiamo oggi della nostra trasgressione per poi domani ritornare a peccare".

sabato 18 dicembre 2010

NATALE

Si divertiva davvero troppo a giocare con quelle piccole creature; spruzzar loro addosso sottili gocce d' acqua ghiacciata era uno spettacolo spassosissimo!
Il formicolio aumentava sempre più, come impazziti i piccoli esserini scorrazzavano dappertutto abbandonando quelle ridicole scatolette di metallo con cui erano soliti spostarsi.
Molti scivolavano e cadevano miseramente a terra imprecando ed offendendolo, ma lui non se ne curava e continuava a tritare cubetti di ghiaccio.
Improvvisamente la voce di suo padre lo redarguì:- "Smettila, ci ho messo ben sette giorni a costruire quel plastico!"
-"Uffa babbo, non è giusto!" egli rispose:
-"Almeno per il mio compleanno lasciamici giocare!"

lunedì 13 dicembre 2010

VENDETTA

Lui l’aveva legata al vecchio radiatore della cantina, buia e odorante di muffa. Le aveva fatto mangiare carne in scatola e cioccolatini avariati. L’aveva terrorizzata con le gabbie dei ratti, col rumore del trapano puntato alle tempie e con le tenebre opprimenti di quella prigione. Davanti a lei si era masturbato fino allo svenimento, ma non l’aveva neanche sfiorata. Non poteva. Non ci riusciva…
Durante i settantatré giorni di prigionia lei ebbe solo un’opportunità, e non se la fece sfuggire. Mentre eseguiva il suo ultimo gioco, gli tolse dalle mani il trapano e senza esitare ridusse in poltiglia la sua faccia.

venerdì 10 dicembre 2010

LA FABBRICA DI MANICHINI

Mara era bella e prorompente. Esausta per il lavoro notturno in fabbrica, beveva un caffè della macchinetta. Dal bagno degli uomini vide uscire l'uomo delle pulizie: un tipo tarchiato e viscido. Rapida, per evitare di incrociarlo, si diresse verso la reception nel buio della notte. Solo qualche minuto dopo un "ciaff" risuonò nella hall e poco dopo un urlo lancinante ruppe il silenzio. Lei, volgendosi verso l'uomo, disse:"Mi scusi, quella mano è sua?". Lui, imprecando, corse verso la porta d'ingresso con un tagliacarte impiantato sul dorso della mano, la stessa che le aveva schiaffeggiato il sedere poco prima.

martedì 7 dicembre 2010

SCRIVO

Scrivo e con le mie parole riempio fogli bianchi: sono fogli di quaderno, fogli di taccuino. Ogni parola è un angolo di mondo, del mio mondo intimo e personale. Scrivo perchè a parole non saprei esprimermi. Così scrivo e la penna scivola veloce a rendere chiaro un pensiero ingarbugliato. Scrivo di amore, sofferenza e di tutto quello che mi passa per la testa. Quando scrivo svuoto quella grande botte che è la mia mente. La svuoto per dare spazio ai nuovi pensieri che di nuovo arriveranno. E così si ricomincia: nuovi fogli e nuovo inchiostro, nero, a rendere indelebile il mio pensiero profondo.

venerdì 3 dicembre 2010

LEGAMI

"Buonasera signora. Favorisca patente e libretto, grazie".
"Certo agente. Subito.Qualche problema agente?"
"No, signora. Solo un controllo di routine. Abigail? Bel nome. Nome biblico giusto?"
"Già!"
"Abita qui vicino?"
"Si agente. Stavo tornando a casa. Vuole venire con me?"
Varcata la soglia, un fremito di profonda passione attraversò i loro corpi. Si spogliarono e fecero l'amore per tutta la notte così come non avevano mai fatto prima. Terminato l'amplesso, Abigail lo guardò e maliziosa disse: "È già la terza volta che mi fermi. I tuoi colleghi prima o poi capiranno."
"Beh, sei mia moglie e stiamo solo giocando!"

mercoledì 1 dicembre 2010

L'ULTIMO TIRO DI DADO

Era la fine del mondo, come tutti si aspettavano. Le prime testate avrebbero presto colpito i punti strategici delle superpotenze, poi sarebbe stata la volta delle città principali.
I ragazzi si ritrovarono come solevano fare ogni venerdì sera, nello scantinato di Marco. Le ultime ore le avrebbero passate insieme, seduti attorno a un tavolo. Marco avrebbe raccontato una storia e gli altri ci si sarebbero tuffati dentro. Per un po' quel mondo che stava per finire non sarebbe stato più il loro. Qualcuno pensò anche che fosse possibile lasciarlo. Bastava volerlo con tutto il cuore, e credere sempre nei propri dadi.