Mara era bella e prorompente. Esausta per il lavoro notturno in fabbrica, beveva un caffè della macchinetta. Dal bagno degli uomini vide uscire l'uomo delle pulizie: un tipo tarchiato e viscido. Rapida, per evitare di incrociarlo, si diresse verso la reception nel buio della notte. Solo qualche minuto dopo un "ciaff" risuonò nella hall e poco dopo un urlo lancinante ruppe il silenzio. Lei, volgendosi verso l'uomo, disse:"Mi scusi, quella mano è sua?". Lui, imprecando, corse verso la porta d'ingresso con un tagliacarte impiantato sul dorso della mano, la stessa che le aveva schiaffeggiato il sedere poco prima.
venerdì 10 dicembre 2010
LA FABBRICA DI MANICHINI
Mara era bella e prorompente. Esausta per il lavoro notturno in fabbrica, beveva un caffè della macchinetta. Dal bagno degli uomini vide uscire l'uomo delle pulizie: un tipo tarchiato e viscido. Rapida, per evitare di incrociarlo, si diresse verso la reception nel buio della notte. Solo qualche minuto dopo un "ciaff" risuonò nella hall e poco dopo un urlo lancinante ruppe il silenzio. Lei, volgendosi verso l'uomo, disse:"Mi scusi, quella mano è sua?". Lui, imprecando, corse verso la porta d'ingresso con un tagliacarte impiantato sul dorso della mano, la stessa che le aveva schiaffeggiato il sedere poco prima.
