mercoledì 26 gennaio 2011

QUANDO SI SPENGONO LE LUCI

C'è un momento del giorno, anzi della notte, in cui, per come possano andare le cose, immancabilmente mi prende l'angoscia. Normalmente sopraggiunge verso le una, ma di sabato si arriva anche alle due e mezzo. È l'attimo in cui Aldo, proprietario del bar, abbassa le luci. L'ambiente, privo del neon del reparto paste e illuminato vagamente dai frigoriferi per le bibite gassate, perde di quella vitalità di cui si riempie sistematicamente ogni giorno. In quell'istante mi sento braccato, come se le ombre volessero farmi fuori. Così mi scuoto, indosso il cappotto e saluto.
Ma è dura trovare la via di casa.

lunedì 24 gennaio 2011

FIABA DALLA LUNA

Sul lato luminoso della Luna vive una bambina di nome Fiaba. Con un lungo telescopio di cristallo scruta gli abitanti della Terra: sposta le stelle come fossero puntine, annota nell’universo le storie nate da quella lunga osservazione. Quando è certa che una favola sia completa, perfetta per diventare la più cara a un bambino, la racchiude in una bolla di sapone e la lega al cannocchiale come fosse un palloncino. Quando una mamma metterà a letto il suo bimbo, cercando ispirazione per raccontargli una storia, le basterà guardare la Luna oltre la finestra, lassù una bolla scoppierà, e saprà cosa narrare.

mercoledì 19 gennaio 2011

TRA I BANCHI DI SCUOLA

Quando la vidi la prima volta fu tra i banchi di scuola: il mio sguardo era sempre rivolto a lei, ai suoi occhi azzurri e al suo viso raggiante. Non ebbi mai il coraggio di dirle cosa provavo e così continuai a parlarle come solo un semplice amico sa fare.
Le nostre strade si divisero anni dopo all'università, perchè la vita ha voluto così. Quando la ritrovai, dopo molti anni, mi decisi a dirle quello che provavo ma lei era sposata con figlia. Fu così che, con il cuore trafitto, le rimasi amico mantenendo per me il mio piccolo grande segreto.

lunedì 17 gennaio 2011

CIBO PAZZO

Florian rimase ad osservare il via vai del centro attraverso il vetro antiproiettile del ristorante, asciugando con gesti automatici i calici da vino bianco. Gli ultimi clienti, impellicciati e ingioiellati, lasciavano i tavoli per scomparire cinguettando nell'ascensore che li avrebbe portati nel garage-bunker del palazzo.
Florian si domandò che cosa facessero in quell'istante i suoi ex-compagni di scuola. Lui aveva lasciato al secondo anno e si era ritrovato a lavare i piatti in un ristorante, mentre gli altri puntavano alla carriera. Ma le scatolette e i fastfood avevano atrofizzato i loro cervelli...
Adesso vagavano senza meta insieme ai pazzi della strada.