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domenica 21 settembre 2008

INCUBO

Giorgino sa cosa si nasconde nel guardaroba.
Si raggomitola nelle coperte ed accende la torcia elettrica che gli ha regalato suo nonno. Illumina un anfratto di lenzuola, il suo nascondiglio. Ma se la cosa volesse lo troverebbe subito. Con le sue mani artigliate scosterebbe l’anta dell’armadio, veloce e silente come un gatto si accosterebbe al suo letto. Neanche un respiro lo tradirebbe, perché gli esseri come quello non respirano.
Giorgino spenge la lampadina. Chiude gli occhi nel buio della sua grotta. Lo sente. Sta arrivando. È proprio sopra il suo letto, pronto ad affondare gli artigli.
L’abbraccio di un nuovo incubo.

martedì 5 agosto 2008

MUJINA

Il taxi si ferma proprio davanti al portone di casa. Scendo. Corro. La pioggia battente mi scivola addosso. È buio pesto, ma non ho bisogno di cercare le chiavi. Le ho in mano.
Entro. Tremo. Barcollo. I capelli bagnati sulla faccia. Scaravento per terra la borsa, il cappotto, le scarpe. Sento ancora l’odore di lui.
Raggiungo la porta del bagno. Le lacrime si mischiano alla pioggia, ma sulle labbra rimangono amare. Accendo la luce sopra lo specchio. Non posso guardare!
Rievoco gli abbracci, le carezze, il piacere. In un’ora mi sono giocata la vita.
Guardo su. Urlo. Dov’è il mio volto?