mercoledì 8 luglio 2009

YURIKA

Yurika descrisse un segno nell’aria con le sue unghie smaltate. Era un incantesimo nuovo…
Io la guardavo, incapace di muovere un dito, consapevole di essere sul punto di patire le sofferenze più orribili.
«Lo sai amore che alla fine mi dirai ciò che voglio sapere…» sussurrò lei. Io riuscii a risponderle semplicemente che era bellissima.
Mi regalò un sorriso, prima di scaraventarmi addosso gli incubi.
Fu la sua crudeltà a tradirla. Provò su di me gli incantesimi proibiti, quelli che estirpano l’anima e deturpano la mente. L’ultimo le fu fatale.
Crollò con l’orrore negl’occhi davanti al palo a cui ero legato.

lunedì 6 luglio 2009

L'ARMATA DEGLI INFERI

Il bimbo guardò il padre che, protendendosi tra i merli del castello, scrutava inorridito l’orizzonte. Lui era il Re. Lui avrebbe saputo come affrontare l’Ombra.
«Papà, ho paura» sussurrò il ragazzino.
Nel cielo d’oriente, un’orda di draghi e cavalieri spettrali puntava irreparabilmente verso di loro. Volti di teschio rapiti da risate folli, orbite vuote in cui perdere il senno, lame affilate pronte a recidere carne umana.
Il padre continuava a guardare, ammutolito, immobile, rapito da quella visione infernale. La speranza risiedeva nel Re.
«Papà…» Ma la speranza morì, quando il padre girò lo sguardo e riconobbe il terrore nei suoi occhi.

venerdì 3 luglio 2009

ANGELO TRADITORE

“E se alla fine del tuo lungo cammino incontrerai un angelo che ti sbarrerà la strada, per quanto tu possa desiderare di abbondare le tue stanche membra al suo abbraccio, dovrai combatterlo. Userai la tua lama affilata per recidergli le ali ed abbatterlo. Questo è il destino di un grande guerriero.”
Felix calò la scure nel petto della creatura di luce. Un dio vide quel gesto, ma aspettò a giudicarlo.
Esistono angeli traditori, ed il Bene, tra gli intrighi degli uomini, può diventare Male.
Quando la donna guerriero raggiunse i confini del mondo reclamando agli dei il suo premio, nessuno obbiettò.

mercoledì 1 luglio 2009

IL GRANDE VUOTO

L’orda del dio di lava circondò la torre, uomini, donne e bambini divorati dal fuoco, vivi grazie a una magia antica e perversa.
«Padre, guardali...» disse Kido all’uomo nella torre. «É questo quello che vuoi?»
Lo sguardo di Numi vacillò.
«Non abbiamo più tempo. Adesso!» urlò Tielsin. I quattro astromanti rivolsero il volto al cielo, intonando l’incantesimo. Adù mosse le sue membra di roccia e fuoco verso i maghi, ma una voragine si aprì d’improvviso sotto i suoi piedi, scura come la morte. Il buco nero lo risucchiò, confinandolo nello spazio infinito.
Poi Numi cadde, abbracciando la redenzione, sprofondando deliberatamente nell’oblio.

LO SCETTRO DELLA VITTORIA

«Sta arrivando! Viene da voi, insieme al suo popolo... non siete contenti?» gridò la voce del mago corrotto.
«Che stai dicendo Numi?» ma Tielsin conosceva già la risposta a quella sua domanda. Numi era l’artefice della rinascita di Adù.
«Il dio del fuoco e della terra viene a portarmi lo scettro della vittoria. Lo vedete? Laggiù...» disse, indicando una scia di fumo all’orizzonte.
Non rimaneva molto tempo. Dovevano richiamare il Grande Vuoto, ma senza l’aiuto di Numi era praticamente impossibile.
«Numi, sei ancora in tempo a redimerti...»
Per un momento il delirio abbandonò i suoi occhi. Ma fu solo un momento...

QUATTRO SOTTO LE STELLE DEL DESERTO

Rudor ed Alia raccontarono a Tielsin dell’orda, di come si stava spargendo per tutte le terre oltre la breccia, e che se non veniva fermata, avrebbe presto varcato le montagne. Nessuno dormì quella notte, ma la magia delle stelle di quel cielo incontaminato rinvigorì gli animi degli astromanti.
Il giorno dopo i quattro avvistarono la torre di Numi.
Dalla finestra più alta apparve un uomo dal volto deturpato. Per un momento nessuno riuscì a riconoscerlo.
«Numi, sei tu? Che ti é successo?» provò a chiedere Tielsin, un passo avanti agli altri.
Ma la sola risposta che ottenne fu una risata delirante.

RUDOR ED ALIA

Nell’oscurità dilagante del deserto, Tielsin e Kido avvistarono un fuoco tra le dune. Avevano viaggiato due giorni interi, dormendo solo un paio d’ore.
«Devono essere Rudor ed Alia, laggiù» disse il ragazzo indicando il fuoco da campo.
«Muoviamoci» rispose il maestro.
Nel cielo la luna si colorò d’azzurro. I due astromanti intuirono immediatamente la presenza dei consimili.
«Tielsin, sei tu?» domandò la voce di Rudor, un uomo alto con lunghi capelli corvini.
Il maestro entrò nel cerchio di luce seguito dal ragazzo.
«Sono felice di vedervi» disse.
«Anche noi...» rispose Alia, dal bianco mantello. Poi pianse...
«Oh maestro, é così terribile...»