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domenica 17 gennaio 2010

PAMELA

Dovevo assolutamente trovare l'assassino di Pamela, non per vendicarla ma per riuscire finalmente a dormire la notte. Appena chiudevo gli occhi lei arrivava, con quel vestitino bianco a fiori tanto grazioso, lo stesso che indossava quando la trovammo riversa nel vicolo dietro il Saturnia, il locale dove lavorava.
Dopo aver interrogato ogni inserviente di quel postaccio, mi convinsi che l'assassino non poteva nascondersi lì. Nel frattempo riuscivo a tollerare i mal di testa causati dall'insonnia solo grazie alle pillole che mi allungava un informatore.
Alla fine gli indizi mi condussero ad un seminterrato a tre isolati dal bar. Era il mio.

mercoledì 19 agosto 2009

IL CASO LESTER ROBERTS

Lester Roberts, il caso più assurdo che mi sia mai capitato!
C’era qualcosa di strano nel rapporto dell’autopsia. Lo dissi al tenente, ma lui mi guardò sbieco. “Vai a farti fottere, Morgan!”
Ma insistetti su quella strada, perché sentivo che era quella giusta.
Dopo quattro giorni di menate burocratiche riesumarono il corpo. Quando aprirono la bara ero lì, come un bimbo davanti a un uovo di cioccolato.
“Che diavolo ti aspetti di trovare?” domandò il sergente.
“Questo!” risposi io, indicando alcuni graffi sotto il coperchio.
Lester Roberts, sepolto vivo per l’errore di un dottore, aveva inciso il nome del suo assassino.