domenica 31 maggio 2009

LA FOLLIA DI NUMI

«Tielsin, sei sempre stato uno sciocco. Come puoi pensare di fermare Adù, che vaga libero insieme alla sua orda e che, grazie a me, è adesso più potente di quanto non lo sia mai stato. A niente ti servirà l’aiuto degli altri Astromanti. Uno ad uno si schiereranno dalla mia parte, se non vorranno fare compagnia alla tua amica Velixia, nelle magioni dello spazio infinito…»
Il delirio di Numi si perse nella notte, mentre accarezzava la pelle ustionata della donna. Poi una risata folle e terribile squarciò il silenzio del deserto.
La droga era in circolo.
Il suo nome era Potere.

venerdì 29 maggio 2009

MESSAGGIO NEL CIELO

Come poteva pensare di fronteggiare da solo il dio del fuoco...
Tielsin si fermò davanti all’ennesima devastazione. Le donne del villaggio urlavano, i bambini piangevano, gli uomini ancora vivi trattenevano lacrime di dolore. Molti riportavano sul volto i segni di terribili bruciature. Le fiamme lambivano ancora i resti delle case distrutte dal fuoco.
L’Astromante si stava avvicinando all’orda, ma una volta raggiunta, che cosa avrebbe potuto fare da solo?
Quella notte lanciò un messaggio nel cielo stellato. Era una chiamata d’aiuto per tutti gli Astromanti. Tielsin non immaginava che l’artefice di quella distruzione sarebbe stato in grado di intercettare il messaggio.

martedì 19 maggio 2009

IL BOSCHETTO

Se le gambe ti reggono fino al mattino, puoi fare un salto al boschetto. Laggiù le signore son signori, e lavorano fino a tardi, anche se per loro non è proprio un lavoro…
Prima che l’alba spazzi via le libidini notturne, hanno ancora voglia di farlo. Così magari con cinque euro rimedi un lavoretto.
«Ma come solo cinque euro, amore…»
«Mi spiace, non ho altro.»
«Dai, facciamo almeno dieci…»
«Te l’ho già detto, ho solo questi.»
«E vabbé, sganciati dai…»
Povero ciccio… E pensare che quella sera avevo un altro pezzo da cinque, ma lo serbai per l’autobus ed il caffè.

VAMPIRA

La fece entrare, e lei affondò i suoi canini affilati nel suo avambraccio.
Sentì i muscoli irrigidirsi, le palpebre spalancarsi, come se i suoi occhi volessero schizzare fuori dalle orbite, i denti digrignare, le orecchie fischiare, avvertì un crampo all’altezza del polpaccio e una sensazione di bagnato sulla punta del pene. Percepì tutto questo nel tempo di un respiro, poi arrivò l’onda, il mare, l’oceano, il calore, il torpore, la carezza, il profumo, la melodia, l’abisso, il buio, la quiete.
Sciolse il laccio emostatico e rimase a sognare i cerchi di sabbia. Quel sogno fu l’ultimo dono della sua amica Vampira.

IL LATO OSCURO

«Cosa nasconde quella porta?» domandò lo stregone all’essere che aveva evocato.
Un suono stridente invase la mente del mago, la voce del demone.
«Il desiderio inconfessabile.»
«Che vuol dire?»
«Hai avuto il coraggio di evocarmi e adesso hai paura di una porta? Aprila stregone, e conoscerai il lato oscuro…»
La porta era bianca e lucida come la madreperla. Lo stregone accostò la mano alla maniglia sospirando. Poi l’aprì.
Fu investito da una bagno di luce…
Sua madre gli accarezzava i capelli e lui era poco più di un bambino…
«Mamma, che significa tutto ciò?»
«Che non esiste nessun lato oscuro, tesoro.»

lunedì 18 maggio 2009

IL FOTOGRAFO

Il fotografo rubava i volti. Ritagliava la vita in un frame, cercandone il senso. Spesso ritraeva volti di donna. Altre volte erano anziani, oppure bambini.
Un giorno il click rubò gli occhi di lei. Nadia si chiamava, un’ombra tra le ombre nel flusso incessante della metropolitana.
I pixel ricomposero l’immagine sul suo flat screen. Poi la cercò per 449 giorni, nei labirintici vicoli della sua città. Quando la rivide le corse incontro e le mostrò la foto.
«Questa sei te?»
«Si…»
«Finalmente hai dato un senso a questa immagine.»
«Perché?»
«Perché dovevo trovarti..»
Esistono un’infinità di sistemi per baloccarsi col destino.

lunedì 11 maggio 2009

PALLONE, PORTAMI VIA!

I colori sono quelli caldi del tramonto. Il vento si è alzato. Succede sempre così…
Un brivido mi ricorda che sono in maglietta e scalza. Dovrei rientrare in casa adesso, invece resto fuori ancora un po’. Tra poco arriva la mongolfiera, quella dell’operator turistico. Un giro sopra la città per poco più di cento euro. Il mondo è diverso visto dall’alto.
Eccola che arriva. Un soffio d’aria calda, un piccione si spaventa e prende il volo. Riesco a distinguere appena i passeggeri. Guardano giù verso di me.
“Mongolfiera, ti prego, portami via!” sussurro.
Lei non mi sente, e lentamente si allontana.

venerdì 8 maggio 2009

LA SCELTA

«Guerriero, tu che hai sconfitto demoni e vampiri, e hai cavalcato fino ai confini del mondo per bere dal calice della conoscenza… Tu, sarai capace di scegliere tra la vita di tuo figlio e quella di tua figlia…»
Il Mago sorrise, mentre giocava con il destino dell’eroe. Ma il vero eroe non si riconosce dalle sue imprese ma dalle sue scelte.
«Quella che tu mi offri, Mago, è una non-scelta. Per questo motivo non starò al tuo gioco. Uccidili entrambi… poi te li seguirai nell’ombra.»
La lama fuoriuscì dal fodero.
Due vite innocenti si spensero…
… e la battaglia ebbe inizio.

sabato 2 maggio 2009

IL MARE

A volte d’inverno vado al mare…
Sei lattine, un panino al prosciutto, otto euro e cinquanta il biglietto dell’autobus e in meno di un’ora sono in spiaggia. Da solo, perché il mare non vuole distrazioni.
Mi distendo sulla sabbia, guardo le barche lontane, mi perdo nelle giravolte dei gabbiani e mi sciacquo la gola. Il mare la sa lunga…
Quel giorno c’erano nuvoloni grossi, e l’aria puzzava di pesci morti.
«Sta arrivando una tempesta!» urlò una signora col cappello.
La guardai e aprii un’altra lattina.
«É la parte migliore…» risposi. E risi fino a quando iniziarono a cadere le prime gocce.