![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggZhbshQofJdIq-Hcgr7gIXgsqJxCl1LrPsDx88O7OHfCvroVXAwhwlXEOdB2iXddldYfEbYLnOqm9pr8m5YHunhZ06tIUs7JnZdBlEqJD5r7APWPHazD7Yu_b9E_TzCwBXLRZZf4w0nk/s320/IL+MARE.jpg)
Sei lattine, un panino al prosciutto, otto euro e cinquanta il biglietto dell’autobus e in meno di un’ora sono in spiaggia. Da solo, perché il mare non vuole distrazioni.
Mi distendo sulla sabbia, guardo le barche lontane, mi perdo nelle giravolte dei gabbiani e mi sciacquo la gola. Il mare la sa lunga…
Quel giorno c’erano nuvoloni grossi, e l’aria puzzava di pesci morti.
«Sta arrivando una tempesta!» urlò una signora col cappello.
La guardai e aprii un’altra lattina.
«É la parte migliore…» risposi. E risi fino a quando iniziarono a cadere le prime gocce.