lunedì 18 maggio 2009

IL FOTOGRAFO

Il fotografo rubava i volti. Ritagliava la vita in un frame, cercandone il senso. Spesso ritraeva volti di donna. Altre volte erano anziani, oppure bambini.
Un giorno il click rubò gli occhi di lei. Nadia si chiamava, un’ombra tra le ombre nel flusso incessante della metropolitana.
I pixel ricomposero l’immagine sul suo flat screen. Poi la cercò per 449 giorni, nei labirintici vicoli della sua città. Quando la rivide le corse incontro e le mostrò la foto.
«Questa sei te?»
«Si…»
«Finalmente hai dato un senso a questa immagine.»
«Perché?»
«Perché dovevo trovarti..»
Esistono un’infinità di sistemi per baloccarsi col destino.