La fece entrare, e lei affondò i suoi canini affilati nel suo avambraccio.
Sentì i muscoli irrigidirsi, le palpebre spalancarsi, come se i suoi occhi volessero schizzare fuori dalle orbite, i denti digrignare, le orecchie fischiare, avvertì un crampo all’altezza del polpaccio e una sensazione di bagnato sulla punta del pene. Percepì tutto questo nel tempo di un respiro, poi arrivò l’onda, il mare, l’oceano, il calore, il torpore, la carezza, il profumo, la melodia, l’abisso, il buio, la quiete.
Sciolse il laccio emostatico e rimase a sognare i cerchi di sabbia. Quel sogno fu l’ultimo dono della sua amica Vampira.