Corro, la terra sotto i piedi scalzi, le foglie umide e il muschio, rametti, frasche, e il profumo di humus. Corro, la testa mi scoppia, il sentiero diventa impervio ma procedo artigliando la terra, afferrando radici, trascinando le membra. Corro, nell’euforica danza, ascoltando il richiamo, celebrando la Madre.
Nella radura mi fermo, sono arrivata. Davanti si erge l’Unicorno, eterno e meraviglioso. Mi guarda ed io lo guardo, e allora so…
…so che la canzone è già finita, ma ne incomincia subito un’altra. Adesso viaggio tra le stelle su una astronave a forma di cannolo, e il tempo è solo un gioco…