Le luci della città facevano capolino oltre il guardrail della tangenziale intasata. Era così ogni sera.
Chiuso nell'abitacolo imbottito di musica, cantando a squarciagola come stesse recitando una preghiera per far defluire il traffico, pregustandosi la cena calda, una birra fredda, un film spazzatura, la ragazza con cui conviveva, scordandosi del lavoro, del mondo e dell'ombra della guerra che ogni giorno si faceva più tangibile.
Domani tanto sarebbe rincominciato tutto.
Una pausa tra i brani. Un silenzio teso. Una luce abbagliante che squarciò il cielo notturno.
Udì un boato prima che la luce lo inghiottisse e tutto diventasse per sempre nero.