«Tu non esisti» sussurrò il mago. Un rivolo di sangue gli fuoriuscì dalla bocca.
L’Arcon torse la lama nelle viscere della sua vittima. Il mago urlò, ma continuò a vivere. Ancora per qualche istante…
«Tu non esisti, Arcon!» ripeté.
«Piantala con le assurdità, stregone. Deciditi a morire!» La voce del guerriero era fredda, impietosa.
«Certo che morirò, e ti ringrazio… Tu però non sei mai esistito!» La voce del mago era ormai un rantolo.
«E allora muori!» Urlò l’Arcon estraendo la lama.
Ma nel morire il mago aveva innescato il codice.
L’Arcon svanì nell’aria, proprio come se non fosse mai esistito.