martedì 6 aprile 2010

FAME DI LUCE

Ho fame di luce in queste ore che conducono al mattino.
Sete d’ombra in cui lasciarmi avvolgere, come fosse seta.
In silenzio poso me stessa nel mio nido di carne, caldo e senza fondo.
Gli occhi sono svegli, vegliano addormentati, grandi, chiusi in un profondo sonno introvertito.
Intravvedo i chiarori di una pena remota, la bocca serrata su un segreto che incombe: il ricordo di un incontro alimenta i fantasmi della fame.
Le costellazioni sbiadiscono lente attraverso l’aurora, come muscoli che scivolano in un ansimante nodo.
Lo specchio riflette un volto.
Un raggio di luce, chiaro e violento.
Denudato e muto.