Un'autostrada corre libera e veloce; i treni sfrecciano nervosi sui binari; un uomo sotto un ombrello, ventiquattrore in mano.
Un istante.
La strada è ora bloccata, i binari deviati, l'uomo fermo.
Lontano, una macchina rovesciata.
Un bambino la osserva incredulo tra i vetri appannati dalle lacrime di un cielo livido. Passa oltre.
Da qualche parte suona un telefono. Chi lo sente, se lo sente, forse percepisce il tono diverso di quello squillare. Se non risponde, ad avvertirlo sarà il silenzio di quattro mura appena illuminate; raggi di luce invadenti riescono a intrufolarsi nella stanza deserta. Fredda sensazione del nulla. Un vuoto.