Il direttore dell'Hotel Flora, rinomato albergo del litorale, mi contattò una mattina di luglio. Nel pieno della stagione, solo quattordici delle novantatré camere erano occupate, a causa dei cinque decessi avvenuti in rapida successione negli ultimi mesi. La polizia li aveva archiviati come suicidi, tutti avvenuti nei bagni dell'hotel, ma il direttore non credeva alle coincidenze, così contattò l'ultimo vero investigatore privato della costa; io.
Fu così che conobbi Arthur Findlay, pluriomicida, rilasciato due mesi prima dall'istituto per malattie mentali. Aveva preso alloggio nella camera 406 senza mai lasciarla.
Adesso dimorava negli specchi dell'hotel, e continuava il suo lavoro di morte.