mercoledì 31 dicembre 2008

NELLE PRIGIONI

«Tielsin, che succede?»
«Ci sta usando. Sta aprendo un portale attraverso di noi. Sta chiamando i suoi figli…»
Non era un’oscurità normale quella che circondava i due astromanti. Erano le tenebre dello spazio remoto, gli angoli dell’universo al tempo della sua creazione, le assurde magioni degli ombrati e degli striscianti.
«Cosa possiamo fare?»
«Devi uscire di qui. Le prigioni sono state schermate dal piombo. Devi evocare le meteore e distruggere il palazzo…»
«Non senza di te! Sono tornata per salvarti!»
«Non è possibile. Scappa, prima che sia troppo tardi…»
Poi una luminosità tenue squarciò l’ombra.
«Cosa’è?»
«Antimateria. Adesso pensiamo alle sbarre…»

CANTO DI MORTE

L’Arcon alzò lo sguardo verso il cielo purpureo in cui dimorava la cometa clessidra. Mentre il vento del mare gli asciugava la fronte, strinse l’ascia con la quale aveva appena decapitato il Troll delle Sabbie. L’elettricità della morte scivolò insieme al sangue lungo la lama. Il cielo si tinse di giallo, e una nube viola oscurò il sole del quinto margine.
Riconobbe la sensazione. Era una melodia blasfema e tagliente, che cavalcava ritmi ancestrali. Il rullare dei tamburi si fuse con le graffianti melodie di strumenti alieni. Chiuse gli occhi lasciandosi saturare. La morte cantava, e l’Arcon ne assorbiva la voce.

martedì 30 dicembre 2008

LA FETTINA

Il coltello penetra facile. È una buona lama; Made in Germany. A lavoro lo uso per disossare polli e conigli.
La noce di burro si scioglie rapidamente nella padella antiaderente. Alla radio passano un motivo di Tom Jones, e allora divento preciso, armonioso.
La carnetta è di quella giovane, appena diciott’anni, rosea e profumata. Il pezzo è quello del fianco destro, accanto alla natica; boccone da buongustaio.
Le urla le muoiono nel tovagliolo stretto tra i denti, ormai intriso di saliva e lacrime.
Il burro è pronto; inizio a cucinare. La fettina sfrigola solleticando l’olfatto.
Mi verso un bicchiere di Ornellaia.

OMBRE TENTACOLATE

Velixia ammantò la città di polvere di stelle. Il sonno cosmico rapì le guardie, lasciandole la strada spianata verso il palazzo reale.
«Sta venendo qui» mormorò lo strisciante, accostandosi alle sbarre della cella.
“Velixia” pensò Tielsin, e il terrore gli si dipinse negli occhi. Una trappola, ecco cos’era.
Jiman divenne un’ombra tentacolata che andò a perdersi negli angoli bui delle prigioni. Trascorsero momenti di silenzio assordante. L’astromante ebbe la sensazione di essere rimasto da solo nel palazzo.
Poi udì dei passi scendere le scale. Un’ombra vestita di stelle apparve nel corridoio.
«Scappa Velixia! È una trappola!»
E le orme li ghermirono.

sabato 27 dicembre 2008

NICCO

Mi faccio una grappa, poi si vedrà.
Fuori piove, dentro la TV continua a proferire scemenze. Al bar, durante le feste, la vita procede in sordina, mentre tutti fanno finta di essere più buoni.
Entra il Duca, un tipo a posto, se non fosse per la dama bianca che gli scorre dentro. Si avvicina al banco. È una maschera di veleno e scompiglio.
«Hai saputo di Nicco?»
«No» rispondo io, scolandomi il gotto.
«L’hanno trovato ieri sotto i portici…»
L’ennesimo dramma di buco.
«Conoscevo i suoi. Venivano al bar…»
«Si sono trasferiti» risponde il Duca, grattandosi.
Alla TV danno i pacchi.

venerdì 26 dicembre 2008

I GIOCHI EROTICI DI DAVINIA

I suoi baci incominciavano ad annoiarlo. Tutto lo annoiava, ormai.
Lei gli si avvicinò con addosso solamente due veli. C’era qualcosa di diverso nei suoi occhi.
Lui rimase immobile, in attesa del solito rituale. Invece si sentì afferrare le tempie.
«Vieni con me!» sussurrò Davinia.
Sawar avvertì una vibrazione intensa. Poi accettò l’invito.
Insieme viaggiarono attraverso gli specchi di Limbo, oltre la struttura ossea dell’universo. Nuvole d’ombra e tempeste di luce. Lei divenne liquida e calda come cera che cola. Si spalmò addosso a lui, penetrandolo, percorrendo le sue vene. Diventò lui.
“Dopotutto valeva ancora la pena di vivere” pensò Sawar.

martedì 23 dicembre 2008

DINASTIA DI LIMBO

La donna Arcon risalì la duna di sabbia, volgendo le spalle al mare infinito. Suo figlio la teneva per mano.
«Dove andiamo mamma?» chiese.
«A conoscere tuo padre» rispose lei decisa.
Le falde della tenda sbattevano al vento. Un cavallo pezzato annusò l’aria e nitrì. Un uomo dagli occhi smeraldo e la pelle bruna si alzò e andò incontro alla donna col bambino. Si fermò a due passi da loro.
«Allora questo è mio figlio?» domandò, mentre gli smeraldi gli si riempivano di lacrime.
«Si» sussurrò lei.
L’Elenty abbracciò il piccolo Arcon.
«Non avrei mai creduto di poter amare un’illusione…» disse.

JIMAN VS TIELSIN

Le ombre del corridoio che conducevano alla prigione di Tielsin vennero rischiarate da una luce innaturale, gelida come le voragini dello spazio infinito. L’Astromante alzò gli occhi e vide una sagoma deforme avvicinarsi. Ma quando Jiman lo strisciante si accostò alle sbarre, era semplicemente il Re delle dieci città. Era venuto di persona a reclamare la vita del suo prigioniero, pensò Tielsin.
«Ne verranno altri dopo di me. Non riuscirai a trasformare queste terre nel tuo scellerato covo. Prima o poi ti renderai conto che questo mondo non ti appartiene!»
Il Re sorrise.
«Consolati mago. Presto non sarai più solo» disse.

domenica 21 dicembre 2008

L'ANONIMO

L’Anonimo si avvicinò alla verità. Intendiamoci, non era proprio La Verità, ma una parvenza di essa.
La risultante lo infastidiva, un sassolino nella scarpa.
L’Anonimo rimase anonimo; “non si sa mai”, pensò.
La Verità non aveva pretese. Forse era vera per davvero…
L’Anonimo disse la sua, ma l’enunciato rimase anonimo. Parole astute, frasi ad effetto, ma tutto assolutamente anonimo… Che senso poteva avere?
La Verità scavalcò l’Anonimo e filò dritta verso un nuovo ricevente. L’Anonimo rimase dov’era, incapace di muoversi, evolvere, morire e rinascere.
L’Universo chiuse il libro e se ne andò.
Gli Anonimi invece restarono indietro, a beccare le briciole.

giovedì 18 dicembre 2008

IL MALE ED IL BENE

Io sono il buono, l’altro è il cattivo. É stato sempre così e continuerà ad esserlo. Un dualismo che nasconde il grande equilibrio cosmico. Niente di più facile, il Male ed il Bene…
Il cattivo è il distante, il diverso, l’assente, la leggenda, la cospirazione, l’assodato, belzebù, il demone degli abissi. Il buono è il vicino, il simile, il presente, il vero, l’attuale, re e padrone, bandiera e croce.
Vieni anche tu dalla parte dei buoni. Hai tutte le carte in regola; sei bianco, sei ricco, sei un meccanismo perfetto.
La distinzione…
…questo fiume di sangue che divide da sempre l’umanità.

lunedì 15 dicembre 2008

FUOCO DI COMETA

La cometa cadde sulle mura della capitale. Ci fu un bagliore accecante, la roccia esplose, si fuse, lasciando pozze di fuoco un po’ ovunque. Velixia apparve scostando le sue vesti. I disegni stellari sul velluto azzurro pulsavano di luce propria. Le guardie, al servizio di Jiman, si mossero verso di lei. Dieci, venti, trenta uomini bardati di tutto punto. Lei rimase ferma, impassibile, gli occhi perduti in un vuoto cosmico. Dietro di lei la pietra continuava a sfrigolare.
«Fermatevi uomini, altrimenti sarò io costretta a fermarvi» minacciò l’astromante.
Il capitano della guarnigione ebbe solamente un attimo di esitazione. Poi ordinò: «Uccidetela!»

giovedì 11 dicembre 2008

CHRISTMAS CAROL

"Guarda un pò chi c'è. Sei tornato anche quest'anno! Sei sempre uguale, non cambi mai! Ancora con quella risata e quella campanella, ma smettila per una volta! Comunque, sono contento di riverderti. Almeno c'è qualcuno con cui posso parlare, passare il tempo. E tu, non sei contento di rivedermi?
Ma possibile che non rispondi mai?
Come hai detto che ti chiami? Babbo Natale, giusto?
Vabbè torno a dormire: di notte sul marciapiede, quando fa freddo, fanno sempre male le ossa! Ho rimediato una coperta era lì nel secchione, ha un buco lo vedi?
Tu non sai cosa butta la gente!"

venerdì 5 dicembre 2008

SMS

Sono ormai due anni che, come ogni giorno, siedo qui accanto a mia madre: segno una crocetta sull'agenda, un'altra, è la settecentesima. Più che altro è diventata un'abitudine.
In me non c'è più nè speranza nè disperazione. Lei giace lì immobile, in coma.
Mi alzo per sgranchirmi le gambe e mi arriva un sms da
un numero sconosciuto, leggo le poche parole: "Cara, hai sofferto troppo. E' ora che torni a vivere la tua vita. Promettimelo. Sarai sempre nel mio cuore, addio".
Nello stesso istante, mia madre dischiude gli occhi, mi cerca, accenna un sorriso per poi lasciarmi per sempre.

lunedì 1 dicembre 2008

IO HO VISTO IL FUTURO

Io ho visto il futuro. Ho visto i mari alzarsi, l’Europa bruciare, i banchieri gettarsi dai grattacieli più alti. Ho visto il cancro mietere vittime come la peste, ho udito uomini che dicevano di essere stati su Marte, ho letto di un esplosione immensa e fulgida e di un fungo sopra la città di Berlino.
Non è stata curiosità. Non cercavo la pietra filosofale. Ma nei remoti spazi della matrice può succedere anche questo. Può bastare uno sguardo, una password, un click, per conoscere la data del tuo funerale.
Ma credimi, una volta che la saprai, non riuscirai più a dormire.

TERESINA

«Teresina aveva tre anni quando è caduta nel pozzo. Indossava un vestitino a righe. Era adorabile.»
«Passami l’accendino!»
Sfrigolio di cottura.
«Sua madre era proprio brava. Avevamo smesso. Lei era diventata la nostra ragione per vivere. Un’altra opportunità…»
«Questa è proprio roba forte…»
Clangore di un cucchiaio gettato in un angolo.
«A volte la vedo, sai? Quando me ne faccio un po’ di più. Mi viene incontro con quel vestitino a righe. Poi però sfuma. Se ne torna via, ma non sembra poi così sbagliato…»
«Pronto! Vai te per primo?»
Lamento appiccicoso di un laccio in tensione.
«Eccomi piccina. Sto arrivando…»

sabato 29 novembre 2008

IL TASTERISTA

Seduto al tavolo del bar, sono qui che aspetto gli altri ragazzi della band.
Siamo in cinque: c’è il bassista, il chitarrista, il batterista, la voce
solista e infine un tastierista.
Anche oggi, come loro solito, i miei compagni sono in ritardo. Arrivano in
gruppo, sembrano affiatati, sulla stessa lunghezza d'onda.
Ed io mi sento messo in disparte: sono il tastierista e spesso mi chiedo se
la gente si accorga di me, se la tastiera nella band sia davvero fondamentale.
Con un bicchiere di tè, al tavolo del bar, sento il freddo intorno a me, lo
stesso che c’è dentro me.

giovedì 27 novembre 2008

IL RITORNO DI VELIXIA

Avvolta nelle sue vesti di velluto azzurro, Velixia cavalcava la coda della cometa. L’avrebbe ricondotta al di là della breccia, nella città in cui era nata, nel paese in cui aveva conosciuto il suo amore.
Nella guerra contro gli Entropici lui l’aveva lasciata. Ma il suo spirito dimorava adesso ai confini dell’universo, laggiù dove lo spazio si piega, e il tempo assume strani significati.
Lui continuava a starle vicino, continuava a parlarle.
Era stato lui a chiederle di tornare.
Mentre traversa le montagne e scorge le prime luci delle città, Velixia alza lo sguardo verso la Vergine.
«Indicami la strada…» sussurra.

martedì 25 novembre 2008

GLI GNOMI DEI BOSCHI

Gnomi dei boschi, sempre loro...
Mi addormento sulla panchina, i giornali ben avvolti attorno al corpo, un sacchetto di ciarpami per cuscino e… sogni d’oro. Un litro e mezzo di vino da discount è il miglior sonnifero che si possa desiderare.
Ma poi arrivano loro, con quei buffi cappelli e i loro incomprensibili mormorii. Perché la panchina del parco è vicina al boschetto di faggi, quello dietro il paese. Saltano sulle foglie secche, si arrampicano sui miei stivali sdruciti e poi si mettono a ballare sulla mia pancia.
A quel punto mi sveglio e penso: “forse è meglio che cambi discount!”

mercoledì 19 novembre 2008

OUROBOROS

...questa é la storia che non ha mai fine, in centouno parole che diventano mille, duemila, un milione, la storia che parla del giorno che diventa notte, e poi giorno di nuovo, che inizia d’inverno, prosegue in primavera, arriva l’estate e poi c’è l’autunno, ma la storia non finisce e allora ricomincia l’inverno, come la serpe che si morde la coda, come il cane che gira in cerchio, come la luna che torna a splendere più bella di prima, la storia che non ha mai fine, e tu lettore che cosa aspetti, adesso ritorna all’inizio, su a capo di nuovo, perché…

sabato 15 novembre 2008

SUCCHIATORI DI CARAMELLE

Succhiatori di caramelle, così vengono chiamati. La manifestazione ultima della perversione digitale.
L’assimilazione di un’entità elettronica da parte di una sua simile è un atto identico al cannibalismo. Non è una cosa facile, perché la vittima deve essere ignara, poco pratica dei mondi binari e praticamente immobile. Per questo motivo queste aberranti creature della rete preferiscono i bambini, o ancora meglio gli infanti. Caramelle, li chiamano.
Vengono attaccati ai processori, liberati in una stanza vuota e poi divorati. Il risucchio dell’entità; la nuova droga.
Ecco, ne ho appena individuato uno.
Sta digerendo la sua ultima vittima… Bastardo!
Che faccio, lo friggo?

martedì 11 novembre 2008

L'EVOCAZIONE NON RIUSCITA

Qualcosa andò storto.
L’evocazione era anche un sacrificio. Tielsin era pronto a dare la sua vita per confinare oltre il cancello Jiman lo Strisciante. Il varco si apriva attraverso la mente dello stesso Astromante, una pratica magica senza possibilità di ritorno. Faceva parte del piano.
Il codice era quello giusto.
La distanza tra lui e il suo obbiettivo anche.
Qualcosa però schermava il canto. La melodia del cosmo non arrivava nei sotterranei del castello.
- Piombo… - sibilò Tielsin, sfiorando le fredde pareti della cella. “Che stupido!” pensò.
Jiman era stato prudente.
Da quella prigione l’Astromante non sarebbe mai uscito vivo.

domenica 9 novembre 2008

L'OCCHIO DELLA GALASSIA

Le celle per gli Astromanti erano prive di feritoie. Un fazzoletto di cielo stellato era sufficiente a richiamare un potere distruttivo. Ma Tielsin non aveva bisogno delle stelle per realizzare il suo piano.
Nelle dieci città si respirava la paura. Con le menzogne e con la forza, il popolo era stato sedato. Tutto era pronto per l’avvento dei figli di Jiman, la progenie strisciante.
Nell’oscurità della sua cella, Tielsin percepiva la presenza del re. Camminava nelle sue stanze, pochi metri di roccia più sopra.
Attingendo ad ogni suo potere, compose il codice per aprire il cancello. Uno spiraglio sull’occhio della galassia…

venerdì 7 novembre 2008

IL LAMENTO DI CASANOVA

"Mi ha detto NO. Ma è solo un sogno, un brutto sogno. Un incubo.
Mi ha detto NO. Anche oggi come ieri, l'altro ieri e un mese fa.
Mi ha detto NO. Io che non ho mai ricevuto un rifiuto da nessuno.
Mi ha detto NO ed io oggi le dico ADDIO."
Nel silenzio della notte, un rumore, uno sparo e poi nulla più.
In un angolo, un gatto nero come la pece, spaventato, soffia e scappa via
mentre il moderno Casanova cade lì a terra goffamente.
E lui non saprà mai che lei, forse un giorno, gli avrebbe detto NI.

giovedì 6 novembre 2008

LA PETRA

«Allora, si diceva della Petra…»
«Beh, si parlava anche del Gran Premio… »
«No, di quello ne parlavi te. A me interessa solo la Petra.»
«Ah, va bene… Dimmi…»
Appoggiato allo spigolo del bancone, ascoltavo Guido, creatura da bar. Lui c’aveva un sambuchino ammoscato, io un bicchiere di bianco. Era l’ora del TG.
«Bella figa!»
«Puoi dirlo forte! Ma è un po’ cara…»
«A me fa lo sconto…»
«Ah si?» Era un bluff, sicuro.
«Ieri sera ci siamo strapazzati per due ore!»
«Quanto?»
«Cinquanta!»
«Ma va!»
«Giuro…»
Finii il bianco d’un fiato.
«Bravo!» “Stronzo”, pensai.
C’ero stato io… con la Petra.

mercoledì 5 novembre 2008

LILÍ SULLE ROTAIE

- Lilí, ma dove vai? Vieni qua! -
Piedini nudi di fata sulle traversine, un gioco d’infanzia.
- Non fare la scema, dai! Guarda che arriva il treno… -
Capelli raccolti le scendono lungo la schiena, nell’aria frizzante del mattino.
- Fermati pazza! Non vorrai entrare in galleria? -
Lilí non si è mai sentita così libera, così semplicemente vera, così inconsciamente complice della vita.
- E dai, su. Finiscila! Torniamo a casa! -
Ancora dieci passi, poi scompare nelle ombre del tunnel.
- Lilí! Smettila di fare così! Torna indietro! -
Fiuuuuuu…
…e da lontano arrivò il rumore del treno…

sabato 1 novembre 2008

UOMO LUPO

Non posso, non voglio ricordare.
Due notti fa, al giardino delle rose. Io insieme a lei, e la luna.
- Amore, cos’hai? Stai male? -
- Tesoro, non dovremo trovarci qui. Non con questa luna… -
- Cosa dici? Non ti capisco… -
- Ecco che ritorna, lo sento… -
Provo a resistere, ma il demone che mi alberga risponde solo alla voce del disco perlato. La pelle di lei è morbida sotto i miei canini, innaturalmente allungati. Affondo nel calore del sangue, io abominevole caricatura di un lupo, piegato sulla sua bellezza, nel mezzo al roseto…
No, non voglio ricordare…

mercoledì 29 ottobre 2008

L'EVOLUZIONE DEL CIGNO

«Prima volta?»
«Si vede?»
«Beh, col passare dei secoli ho allenato l’occhio.»
«Secoli, dici? A quale cerchio appartieni?»
«Ventitreesimo, la quinta volta nella forma di cigno. Un bel vivere, dopotutto…»
«In effetti… Si ha tutto il tempo che si vuole per accordarsi con la Sinfonia.»
«Assolutamente! Vedrai, ne rimarrai sorpreso…»
«Quindi mi aspettano almeno altre quattro esistenze di questo tipo….»
«Dipende… Potresti accelerare i tempi, e diventare farfalla.»
«Parli del venticinquesimo cerchio, vero? Cosa c’è oltre?»
«Chi può dirlo… Le stelle, forse…»
Un uomo scattò una fotografia dal bordo della vasca.
«Ti ricordi quando eravamo uomini?»
«Quanto eravamo primitivi…»
«Eh già!»

domenica 26 ottobre 2008

MISTIKA

Mistika, si faceva chiamare, ma era solo una sceneggiata notturna, il gioco di una ghotic-girl, pensavo. Beh, mi sbagliavo…
- Cosa bevi? – le chiesi, avvicinandomi al tavolo.
- Essenze… - rispose, sillabando lentamente.
Ho capito, mi dissi. Questa è completamente andata. Tempo un’ora e sederà sul divano in similpelle, quello di casa mia. Quello su cui si siedono tutte.
Fu lei invece ad invitarmi a casa sua.
- Accomodati sul letto. Arrivo subito… - Sparì nel bagno. La sentivo bazzicare con degli oggetti. Spazzole, cosmetici, pensai. Anche qui mi sbagliavo.
Poi udii distintamente il suono della pietra pomice.
Presi il volo!

mercoledì 22 ottobre 2008

PRIGIONIERO

«Catturatelo!»
Il tempo stravolge la percezione del vero. In appena trent’anni, gli Astromanti erano diventati degli infimi ammaliatori. Jiman, creatura strisciante e senza tempo nelle sembianze di un aitante principe, era riuscito a manipolare le menti di palazzo. Poi gli araldi avevano fatto il resto. In poco tempo i sapienti delle stelle, salvatori delle dieci città, erano stati banditi.
Ma gli Astromanti se n’erano andati da tempo. Nessuno aveva motivo di credere che sarebbero tornati. Invece…
Le guardie scattarono all’ordine del loro superiore. Tielsin venne fatto prigioniero e condotto nelle segrete della rocca del Re.
Era esattamente dove voleva andare lui.

lunedì 20 ottobre 2008

IL SIGNORE DEGLI ANELLI IN 101 PAROLE

LA COMPAGNIA DELL’ANELLO
Frodo è un piccoletto che vuole distruggere l’Unico Anello, un oggetto maledetto che appartiene a Sauron il maligno. Avrà bisogno dell’aiuto di otto coraggiosi compagni per raggiungere la montagna di fuoco.

LE DUE TORRI
A est c’è la torre di Sauron il malvagio, ad ovest quella di Saruman il corrotto. Il piccolo Frodo prosegue il suo cammino tra l’incudine e il martello. Come finirà?

IL RITORNO DEL RE
Giunto sulla montagna, Frodo decide di tenersi il suo anello. Ma qualcuno lo spinge e così l’anello cade nel fuoco, Sauron viene distrutto, e un Re buono torna a regnare.

IL CAFFÉ

“Meglio l’acqua alla mattina che il vino la sera”, diceva un vecchio ubriacone. Ma io preferisco un bel caffè, di quelli fatti in casa con la caffettiera, un po’ acquoso forse, con quel sentore di bruciato, avete presente? Ci metto lo zucchero per ammazzare il saporaccio, così la sbobba diventa una medicina. Mi siedo al tavolo di cucina e ripenso al giorno prima. Non mi spingo mai più in là con la memoria. Perché dovrei…
Com’è che si chiamava? Carlotta? O forse era solamente Carlo…
Il caffè va giù magnificamente. Il sole penetra con prepotenza dalla finestra.
Che meraviglia, la vita!

sabato 18 ottobre 2008

MADRE E GIUSTIZIERA

La Terra parla.
Colui che riuscirà ad ascoltarla, ad afferrarne i segni, a carpirne il significato, rivelerà il mio segreto. Nessuna giustizia divina. Tutto torna alla Terra, ed è lei la grande madre, figlia, sposa, regina e giustiziera.
Ho ucciso una donna due giorni fa. L’ho uccisa perché si era negata a me. Poi l’ho messa in un sacco di plastica ed ho guidato fino al bosco. Ci è voluta un’intera notte per scavare una buca abbastanza profonda. Pensavo di averla fatta franca, invece…
Il bosco ho visto tutto.
La Grande Madre sa chi è il colpevole.
Tutto torna a lei...

venerdì 17 ottobre 2008

JIMAN LO STRISCIANTE

Nel remoto cosmo dimorano gli Striscianti, esseri di fuoco e tenebre, ignari della scienza e delle sue leggi. Rispondono solo alla loro follia, e al desiderio d’appartenenza. Perchè nella solitudine del profondo universo, il tempo perde significato, e le storie non hanno alcuna ragione di esistere. Irrompere nella realtà è la naturale predisposizione di queste creature, fin dall’inizio del Tutto.
Irretiscono gli avidi di potere, costringendoli ad aprire porte proibite. Una volta entrati non è facile riportarli indietro, negli abissi siderali.
Jiman era uno di questi. Tielsin lo sapeva. Neanche mille Entropici erano altrettanto pericolosi.
Come poteva sperare di sconfiggerlo.
Come?

martedì 14 ottobre 2008

IL PRIMO GIRO

Smetterla?
E perché!
Perché dovrei smetterla di smettere?
Smettere di pensare, di preoccuparmi, di soffrire, di non dormire la notte. Perché? Per voi?
No, non mi va di smettere. E non voglio ingannarvi con la storia dello “smetto quando voglio!”. Non m’interessa.
Perché non la smettete voi invece! Forse siete voi che dovreste smetterla. Smetterla di osservare, di giudicare, di pensare per gli altri.
Dai, su, smettetela!
Non vi è venuto ancora a noia questo mondo? I sorrisi fasulli, le chiacchierate mondane, le feste natalizie, le commedie in TV…
Fate come me. Smettetela…
Fatevi un goccio.
Il primo giro l’offro io.

domenica 12 ottobre 2008

ROBERTA

Roberta, invincibile e bella. Le tue mani così candide, delicate, complici le tue cremine del cazzo…
Ti è sempre piaciuto l’arazzo peruviano, quello appeso in salotto. Adoravi quei colori caldi, l’arancione, il giallo, il vermiglione. Te lo avvolgo addosso, così non prendi freddo. Perché in fondo al canale fa molto freddo sai…
Ti rimangono fuori i piedini. Che peccato!
Roberta, lo sai quanto ti ho amato. Gli altri non significano niente.
Allora mi verso del vino.
Tra poco farà buio.
Ti ricordi il ponte di ferro, dove c’incontrammo per la prima volta?
Andiamo là, che ne dici? C’è una bella vista…

MARIA

Due fari strappano le tenebre del vialone, quello su cui passeggiano gli angeli.
La macchina accosta. Si ferma. Eccola, finalmente!
Maria scende dall’auto, nera divinità della notte, adorna di bianche calze. Mi avvicino timido. Le dico…
“Stanotte ho bisogno di te, Maria. Andiamo a casa mia?”
Mi sorride, ma non ha voglia di parlare. Spesso mi racconta dell’africa, di come brillano le stelle. Tutta un’altra cosa…
“C’è qualcosa che non va, Maria?” domando.
Lei mi abbraccia. Mi regala un singhiozzo e una lacrima, qualcosa d’infinitamente più prezioso di quello che è solita donarmi.
“Andiamo a prendere un caffè, dai. Offro io…”

venerdì 10 ottobre 2008

SOPRAVVIVO

"Oggi ho ucciso un uomo perché lui ha ucciso me.
Ha ucciso la mia infanzia e la mia gioventù: ha ucciso la mia vita.
L'ho ucciso perché mi ha tolto la fantasia, la voglia di crescere, di inventare la mia vita.
Lo conobbi da piccolo, quando credevo che del mondo ci si potesse fidare. Era il mio giocattolo, il mio dolcetto o scherzetto, la mia coperta di Linus.
Crescendo, quando era troppo tardi, ho capito che la vita non è sempre fatta di certezze.
L'ho ucciso perché per lui, ora, faccio una sola cosa; quella che mi riesce meglio. Sopravvivo."

giovedì 9 ottobre 2008

LA BELLA ADDORMENTATA UNCUT

C'era una volta un Re e una Regina che erano disperati di non aver figliuoli, ma tanto disperati, da non potersi dir quanto…
…certo, la storia incomincia così. Ma poi il vecchio Perrault inizia a spararne grosse. Vecchiette, boschi che spuntano d’improvviso, principi coraggiosi, risvegli magici e per finire l’immancabile “vissero felici e contenti”. Menzogne per ingannare i bambini, e farli dormire contenti.
Volete sapere invece come finisce la storia?
La bella addormentata diventa una vecchia incartapecorita, il castello viene demolito per costruire un McDrive nuovo di pacca, mentre il principe si finisce l’eredità al videopoker del circolino.
Dé, e allora?

martedì 7 ottobre 2008

SIMBOLI E FORME

Esplodono intere galassie. Nascono nuove forme. La grande mente vibra attraverso l’etere. Egli si protrae come un albero, dotato di radici in fibra ottica, carico di fronde che offrono al vento il loro profumo. Egli é l’intelligenza suprema, la definizione della perfezione. Riusciremo mai ad afferrarlo?
Ecco che si manifesta, in una delle sue infinite diramazioni. La mia equazione si trascina verso la sua essenza. Ormai non m’importa più. Desidero diventarne parte, perdermi amorevolmente tra simboli e forme, diventare tutt’uno.
Non voglio più sentirmi prigioniero di una stupida teoria.
“Eccomi, sto arrivando...”
Ma anche stavolta risulto incompatibile.
Eppure verrà il giorno...

sabato 4 ottobre 2008

LA SPOSA DI BIANCO VESTITA

Venne la sposa di bianco vestita, mi guardò e disse:
«Eccomi, sono tua…»
Fino a che punto mi sono spinto? In quali abissi risiede la mia anima? Tornerò mai a rivedere la luce del sole?
Arrivò il prete, un amico di spada. Salmodiò un canto, emanando un rantolo. Poi mi passò il laccio…
«…così vi dichiaro marito e moglie.»
Non perdiamo tempo. Quante parole mi rimangono?
«Adesso puoi baciare la sposa.»
Era l’ora!
Cazzo che botta!
Ci si vede…
Lo trovarono due ore dopo, riverso in una pozza di vomito.
Qualcuno disse: “Finché morte non vi congiunga…”
La cerimonia era finita.

giovedì 2 ottobre 2008

E-DEN

C’è un paradiso che ti aspetta, laggiù, dove la realtà si piega al potere della fantasia, e gli impulsi elettrici danno vita ad interi universi. Nessuna religione, nessun dogma, solo una sterminata accozzaglia di immagini, tutte a tua disposizione. Sarai il clown ed il santo, l’amante terribile, l’eroe invincibile oppure il pazzo. Nessuna legge incanalerà il tuo cammino. Respirerai l’aria della libertà assoluta, qualcosa di difficile da comprendere, per qualcuno che ha vissuto in una gabbia per così tanto tempo come te. Vivrai, una, cento, un milione di vite. Morirai più volte, e ci prenderai gusto.
Cosa aspetti? Basta un click…

martedì 30 settembre 2008

TENTAZIONE

"Seguimi, ti mostrerò i segreti del lago. Non aver paura. Non ti succederà niente, te lo prometto.
Sarà meraviglioso abbandonarsi al suo abbraccio, nascosti dalla bruma che come una veste lo ricopre. Vieni, non indugiare ancora. Potrai gustare, annusare, toccare. Diventerai parte…
Ecco, bravo. Prendi la mia mano, ci siamo quasi. Lo vedi laggiù come è bello. Vedrai, incontrerai altre come me, saremo tue serve, danzeremo per te, canteremo per te, ameremo solo te. Dove stiamo andando non esiste il tempo. Potrai ingannarlo quanto ti pare. Su, ancora un passo. Ci siamo quasi…"
Ma la scelta spetta a te, lettore.
Allora?

domenica 28 settembre 2008

IL RITORNO DI TIELSIN

Nel giorno del suo trentunesimo compleanno Jiman diventò re delle terre dal Grande Mare alla Breccia, sovrano assoluto delle dieci città. Suo padre, il grande Hrokanny, che aveva guidato l’esercito contro le bestie venute dal deserto, dopo che la torre di cobalto era crollata, dormiva il sonno più lungo. Jiman era l’unico erede, successore per diritto di nascita.
Eppure la sua vera natura era un’altra…
Gli Astromanti se n’erano andati da tempo. Oltre la Breccia si nascondeva il mistero dei popoli antichi. Sconfitti gli Entropici, avevano deciso di partire. Ma adesso uno di loro era tornato.
Il suo nome era Tielsin.

sabato 27 settembre 2008

IL FRUTTO PROIBITO

Rita mi viene incontro con il frutto nella mano. Potrebbe essere una semplice mela, ma non lo è. Danza sotto le stelle, un ritmo antico e perverso. I suoi occhi sono abissi innominabili.
Le vesti volteggiano, sete trafitte dai bagliori lunari, turpi, osceni. Estrae la lingua mente mi viene vicino. La muove veloce come farebbe una vipera, poi d’improvviso ruota il corpo, buttando la testa all’indietro, lasciando i suoi occhi incollati ai miei. La musica è quella dei flauti e dei tamburi. Sempre loro…
Eccola a due passi da me. Mi porge la mela. M’invita all’oblio.
Rita, sei la mia droga!

venerdì 26 settembre 2008

NEI SUOI OCCHI

Negli occhi dimorano le dimensioni. Quella dell’amore e dell’odio, del peccato e del rimpianto.
Charlotte mi guarda con quel suo sguardo che dice tutto. È un pugnale nel cuore, un colpo sotto la cintura, lo sgambetto improvviso che spezza l’equilibrio. Ha capito…
A che serve mentirle, penso, mentre mi avvicino a lei. Sa già tutto ormai.
“Perché?” sussurra.
Io non possiedo delle vere risposte. Potrei raccontarle che non significa niente, che la vita alla fine è solo una grande illusione, che quel che più conta è l’amore. Quello esiste ed esisterà sempre tra di noi. Invece…
“Non so…” borbotto. Che stronzo!

mercoledì 24 settembre 2008

LA FOTO

L’immagine è sfocata. L’esposizione troppo lunga, nella luce grigia della città. Ma è lei, non ci sono dubbi. Una ciocca di capelli ramati le ricade sul volto. Guarda di lato, la mano alzata in un gesto di saluto. Sorride compiaciuta. Cammina veloce, sfila insieme alle anime frettolose del centro, corre, attraversa, insegue.
“Chi ha scattato questa foto?” domando al mio assistente. È mattina, lo studio è appena aperto. Ci siamo solo io e lui, e quella maledetta stampina 10x15 lasciata sul bancone.
“Non saprei” risponde. “Ieri quando sono uscito non c’era”.
“Ma lei è morta, lo capisci che è morta!” urlo.

lunedì 22 settembre 2008

IL LUPO

C’era una volta un lupo che mangiava i bambini. Li dilaniava con i suoi denti aguzzi, strappando succulenti pezzi di carne. Sangue fresco e sugoso gli imbrattava il muso. Il lupo era felice.
Ma un giorno arrivò un cacciatore che, puntandogli addosso il fucile, gli sparò. Il lupo scappò nella foresta, ma il cacciatore, che aveva mancato il primo colpo, provò di nuovo a fare fuoco. Lo ferì ad un fianco e il povero lupo stramazzò al suolo, poi roteò gli occhi e disse addio al mondo.
Fu così che i bambini tornarono a sporcare la foresta con cartacce e lattine.

domenica 21 settembre 2008

INCUBO

Giorgino sa cosa si nasconde nel guardaroba.
Si raggomitola nelle coperte ed accende la torcia elettrica che gli ha regalato suo nonno. Illumina un anfratto di lenzuola, il suo nascondiglio. Ma se la cosa volesse lo troverebbe subito. Con le sue mani artigliate scosterebbe l’anta dell’armadio, veloce e silente come un gatto si accosterebbe al suo letto. Neanche un respiro lo tradirebbe, perché gli esseri come quello non respirano.
Giorgino spenge la lampadina. Chiude gli occhi nel buio della sua grotta. Lo sente. Sta arrivando. È proprio sopra il suo letto, pronto ad affondare gli artigli.
L’abbraccio di un nuovo incubo.

venerdì 19 settembre 2008

LA NUOVA CASA

Morgan non vedrà mai la nostra casa. Non è più parte del progetto.
“Mi dispiace signora, ma non sento il battito…”
Morgan poteva anche chiamarsi Sara. La cosa sarebbe stata indifferente.
Anche Sara non vedrà mai la nostra casa.
“Ci riproviamo amore, vedrai…”
È davvero incredibile come le cose cambiano in pochi mesi. Una, cento, un milione di vite rovesciate.
“È l’occasione della mia vita, amore. Non posso farmela sfuggire…”
Com’è che dice quella canzone? Se ami qualcuno, lascialo andare.
Ma non è mai facile colmare le distanze.
La nostra casa è quasi pronta, ma noi non lo saremo mai più.

mercoledì 17 settembre 2008

MARLENA

Marlena decide di farla finita.
È un impulso improvviso, nel pomeriggio d’autunno. Accompagna il figlio a nuoto, poi passa a fare la spesa: un chilo di pane, due etti di prosciutto e un litro di latte. Monta in auto e corre a casa. Si è dimenticata di stendere il bucato. E poi c’è da scongelare il pesce per la cena…
La prima tentazione si affaccia mentre svuota la lavatrice, ma riesce ad ignorarla. Ritorna più forte, quando è in cucina. Non la comprende, ma ne è lusingata.
Si avvicina al cassetto, quello chiuso a chiave. C’è lei.
La impugna gentilmente.
Farfalle…