mercoledì 29 aprile 2009

FUMO SULLA FATTORIA

Il contadino piangeva stringendo il figlio al petto. Dal campo appena seminato s’innalzavano rivoli di fumo, tracce ancora fresche del passaggio dell’orda di Adù, il dio del fuoco e della terra.
«Quanti erano?» domandò il mago col mantello di stelle.
«Almeno un centinaio, avevano gli occhi di luce e sputavano fuoco…» singhiozzò l’uomo.
Tielsin gli sfiorò la spalla per consolarlo. Erano gli unici superstiti della fattoria.
«Almeno tuo figlio vive ancora» disse.
«Il raccolto è perduto… moriremo di fame…» rispose il contadino, stringendosi più forte al figlio.
L’Astromante non seppe cos’altro aggiungere. Si rimise in viaggio, seguendo le scie di fumo.

venerdì 24 aprile 2009

L'ASTROMANTE CORROTTO

«Maestro, che vi é successo?»
Velixia resistette all’impulso di fuggire.
«Oh Velixia, è appena incominciata un nuova epoca… Il dio della terra si è risvegliato. Adù è il suo nome, e proprio adesso passeggia libero per il mondo degli uomini, illuminando le loro anime confuse. Egli mi ha confidato i segreti della terra e del fuoco…»
La donna riconobbe il tipico farnetichio di una mente corrotta dal potere. Sapeva di avere solo una possibilità. Alzò le braccia al cielo e richiamò le meteore.
«Sciocca!» sibilò Numi, folgorandola con lo sguardo.
Poi il fuoco si riversò dalle sue mani e Velixia urlò.

lunedì 20 aprile 2009

LA DESSERTE

La famiglia Santi è venuta a casa per cena.
Siamo tutti seduti intorno al tavolino imbandito nella stanza col camino: uno stanzone che fa da camera, cucina e sala.
Tra le nostre famiglie c’è un accordo: Paolo, il figlio maggiore, è il mio promesso sposo. E' la quinta volta che lo vedo ma non ci ho mai scambiato una parola perché mi vergogno.
Bevono e parlano del loro e nostro futuro, un futuro fatto di cinquanta pecore e venti bufali.
Nessuno però ha chiesto il mio parere, io che, a quindici anni, ho già un marito e non so nemmeno se l’amo.

venerdì 17 aprile 2009

LA LOCOMOTIVA GRASSA

La locomotiva grassa portava la posta al paese di Pandora. Era grassa perché, pensando di andare più veloce, mangiava tanto carbone. Al contrario diventava sempre più lenta.
I binari, quando la vedevano arrivare, temevano di non riuscire a sorreggerla.
Un bel giorno la locomotiva fece il suo ingresso in paese deragliando dentro i giardini pubblici.
«Oh, povera me! Guarda dove sono finita!» si disperò.
Il ferroviere decise di lasciarla lì, che tanto era troppo grassa per lavorare.
Ma subito nel giardino arrivarono i bambini e ci saltarono sopra. Inaspettatamente, la locomotiva grassa era diventata il gioco più bello di tutta Pandora.

domenica 12 aprile 2009

DIECI ANNI

Papà fumava il sigaro in giardino, ed era maggio, ma il cielo era coperto e forse sarebbe piovuto.
«Che succede piccola?»
«Ho paura…»
«Di cosa?»
«Che un giorno anche tu morirai…»
Avevo tra le mani il corpicino di un passerotto caduto dal nido.
Lui mi guardò, inspirò una boccata di fumo e ci fece un anello.
«Vieni qui…» mi disse. «Ti voglio rivelare un segreto…»
«Cosa?»
Allora accostò le labbra al mio orecchio e sussurrò: «Io non morirò…»
Poi incominciò a piovere.
Sono passati dieci anni dall’incidente, e non c’è stato un solo giorno che non l’abbia sentito vicino. Anche adesso…

martedì 7 aprile 2009

STORIA DI UN RE MORENTE

Il re stava morendo, assediato da una schiera di dottori impotenti.
Al castello venne una sciamano, e disse di conoscere un rituale per allacciare lo spirito del malato al corpo. I dottori gli dettero del ciarlatano e lo mandarono via.
Poi arrivò un druido. Portava un’erba medicamentosa, ma i dottori non la conoscevano e non si fidarono.
Il re respirava penosamente quando un mago si presentò dicendo di conoscere un sortilegio contro la malattia. Ma nessuno lo fece passare, perché i dottori odiavano la stregoneria.
Il giorno dopo il re morì, suo figlio salì al trono e tutto tornò come prima.

domenica 5 aprile 2009

RITORNO ALLA TORRE

Velixia raggiunse la Torre nel Deserto, incurante dei segni del cielo. Se avesse consultato le stelle e ascoltato il canto delle galassie, avrebbe conosciuto il pericolo. Ma era stanca di vedere il male dappertutto. Era stanca di viaggiare e di combattere.
Sarebbe dovuta rimanere vicino a Tielsin, questo le diceva il suo cuore. Gli eventi passati avevano avvicinato i due Astromanti, ma entrambi non potevano ignorare le presenze che li attendevano nelle magioni del cielo. Così aveva deciso di ritornarsene dal maestro Numi.
Dalla torre un uomo si affacciò e la guardò.
Numi era cambiato.
Il terrore le ghermì il cuore.

giovedì 2 aprile 2009

FALSA MODESTIA E AMBIZIONE MOZZA

Un uomo aveva disseminato la propria strada di piccoli obbiettivi. Ogni volta che ne raggiungeva uno, l’uomo si sentiva appagato ed orgoglioso della sua modestia, nonostante l’evidente contraddizione.
Incontrava altre strade, nuove possibilità, ma rimaneva sulla sua, vivendo sempre in semplicità, consapevole che il percorso è a volte più importante della meta che si vuole raggiungere.
Uno straniero gli disse: “Lo sai che i tuoi obbiettivi non potranno mai essere più grandi della tua ambizione?” Ma lui non ascoltò, e rimase sulla sua strada.
Riuscite a vederlo? È quell’omino laggiù, appena distinguibile, tutto solo e fiero.
Poverino… vogliamo andare a prenderlo?