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Siamo tutti seduti intorno al tavolino imbandito nella stanza col camino: uno stanzone che fa da camera, cucina e sala.
Tra le nostre famiglie c’è un accordo: Paolo, il figlio maggiore, è il mio promesso sposo. E' la quinta volta che lo vedo ma non ci ho mai scambiato una parola perché mi vergogno.
Bevono e parlano del loro e nostro futuro, un futuro fatto di cinquanta pecore e venti bufali.
Nessuno però ha chiesto il mio parere, io che, a quindici anni, ho già un marito e non so nemmeno se l’amo.