domenica 12 ottobre 2008

MARIA

Due fari strappano le tenebre del vialone, quello su cui passeggiano gli angeli.
La macchina accosta. Si ferma. Eccola, finalmente!
Maria scende dall’auto, nera divinità della notte, adorna di bianche calze. Mi avvicino timido. Le dico…
“Stanotte ho bisogno di te, Maria. Andiamo a casa mia?”
Mi sorride, ma non ha voglia di parlare. Spesso mi racconta dell’africa, di come brillano le stelle. Tutta un’altra cosa…
“C’è qualcosa che non va, Maria?” domando.
Lei mi abbraccia. Mi regala un singhiozzo e una lacrima, qualcosa d’infinitamente più prezioso di quello che è solita donarmi.
“Andiamo a prendere un caffè, dai. Offro io…”