mercoledì 31 dicembre 2008

CANTO DI MORTE

L’Arcon alzò lo sguardo verso il cielo purpureo in cui dimorava la cometa clessidra. Mentre il vento del mare gli asciugava la fronte, strinse l’ascia con la quale aveva appena decapitato il Troll delle Sabbie. L’elettricità della morte scivolò insieme al sangue lungo la lama. Il cielo si tinse di giallo, e una nube viola oscurò il sole del quinto margine.
Riconobbe la sensazione. Era una melodia blasfema e tagliente, che cavalcava ritmi ancestrali. Il rullare dei tamburi si fuse con le graffianti melodie di strumenti alieni. Chiuse gli occhi lasciandosi saturare. La morte cantava, e l’Arcon ne assorbiva la voce.