Rita mi viene incontro con il frutto nella mano. Potrebbe essere una semplice mela, ma non lo è. Danza sotto le stelle, un ritmo antico e perverso. I suoi occhi sono abissi innominabili.
Le vesti volteggiano, sete trafitte dai bagliori lunari, turpi, osceni. Estrae la lingua mente mi viene vicino. La muove veloce come farebbe una vipera, poi d’improvviso ruota il corpo, buttando la testa all’indietro, lasciando i suoi occhi incollati ai miei. La musica è quella dei flauti e dei tamburi. Sempre loro…
Eccola a due passi da me. Mi porge la mela. M’invita all’oblio.
Rita, sei la mia droga!