martedì 4 agosto 2009

RAGAZZA REVOLVER

«Quanto mi rimane?»
«Dipende…»
«Dipende da cosa?»
«Da quanto ci sai fare…»
Il suo corpo asciutto, perfetto, si mosse sopra il mio come quello di un insetto. Il revolver, enorme e stretto con forza nella mano destra, sembrava un appendice del suo braccio. Ogni movimento faceva si che le corde che mi tenevano legato al letto mi tagliassero ulteriormente i polsi e le caviglie.
«Riesci a rimanere duro?» sussurrò lei, infilandomi la canna in bocca.
Chiusi gli occhi. La sentivo dimenarsi come una mantide religiosa.
Attesi il bang, ma arrivò il suo urlo di piacere.
Se ne andò regalandomi un bacio.