venerdì 3 febbraio 2012
L'ULTIMA VOLTA
Quella mattina, il freddo era così pungente che entrava nelle ossa e risvegliava i reumatismi di Freddy che, seduto nel suo taxi, rimaneva in attesa. Alle 5.30, le luci di fanali e semafori erano l'unica compagnia. Dal parabrezza appannato, intravide una donna che goffa incedeva nella sua direzione: si piegò, raccolse qualcosa e poi bussò sul finestrino e disse "... questo è il tuo orologio? ...è rotto, non funziona." Freddy l'aveva riconosciuto, era suo. Non si era accorto di averlo perso. L'orologio che fissò l'ora della sua morte per il gas di scarico, in circolo, all'interno dell'abitacolo.