domenica 26 settembre 2010

101

Ora che ho iniziato non posso fermarmi. È una corsa disperata contro questo tormento, una maledizione che fa fremere le mie dita sulla tastiera. Qualcosa si è insinuato dentro di me e so che nel momento in cui smetterò di battere su questi tasti, lui l'avrà vinta, almeno che non arrivi a centouno. Centuno è il traguardo, la meta più ambita, la salvezza. Sono già a sessantasette con questa, e continuo a contare...
È solo un gioco o sono impazzito? Non dovrei domandarmelo, eppure c'è qualcosa che non va.
Non mi devo distrarre... centouno, abbiamo detto. Ci siamo quasi...

Ma lo scrittore non riuscì mai a terminare la storia di 101 parole. Si fermò a quel “quasi”, la novanonevesima, e poi qualcosà lo ghermì, roteò gli occhi e si accasciò sulla sedia. Il cursore continuò a fargli l'occhiolino.