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Rannicchiato nell'angolo della sua stanza il piccolo Valerio si stringeva le gambe al petto. Con gli occhi chiusi cantava una canzoncina imparata a scuola, per non sentire le urla che provenivano dal salotto. Le lacrime scendevano dai suoi occhi, leggermente a mandorla e del colore del cielo. Desiderava fuggire, non essere lì, per non dover sopportare l'ennesima lite dei suoi genitori; d'un tratto un ultimo urlo, un rumore tonfo alla porta e poi dei passi pesanti che si avvicinavano veloci. Una mano lo aveva afferrato per i capelli e trascinato fuori: ora lui, avrebbe "preso il resto".